Che cosa è un logo?

Ci vuole un logo? Chiedo a mio cugino!

Chissà come mai, imprenditori bravi, intelligenti e attentissimi a tutti gli aspetti del marketing, gente squadrata che non andrebbe mai dal barbiere  per farsi curare una carie, e neanche dalla sarta per farsi costruire la villa, quando in azienda si pone il problema della creazione del logo, perdono la testa e dicono e fanno di tutto.

– Me ne occupo io! Alle medie avevo dieci in disegno!

– No! è meglio che me ne occupi io. Glielo chiedo a mio cugino che fa l’architetto! Oppure potrei chiedere al nipote di mia moglie che fa l’Istituto d’arte!

 Le cose purtroppo vanno così. Ma dovrebbero andare in un altro modo. Per esempio parlandone con un esperto. Con un consulente. Allora il discorso sarebbe diverso.

– L’identità aziendale è una cosa seria. Ne va della vita stessa dell’azienda. Ci vuole un logo! – 

– Chiedo a mio cugino? –

 – Ho detto un logo non un cugino! –

– Ma a che serve un logo? –
– Ad esprimere una identità, ad esprimere il prodotto, la sintesi l’essenza di una identità. –

– Quindi è solo un problema di identità! –

– Non solo! E’ una questione di immagine –
– Ma si ho capito. Un’immagine! –
– Non una immagine qualunque. ma un’immagine che descriva specificamente l’attività della sua azienda. –

– Il logo è quindi un messaggio? –

– Di più . E’ il messaggio più complesso espresso nella forma più semplice. E’ una astrazione non astrusa bensì leggibile. E’ un segno con un codice che si impone ad un pubblico pre-definito… –

– Va be! Va be! Qual’è questo pubblico? –
– Quello che compone i segmenti di mercato che interessano alla tua azienda. Ma non solo. Il logo dovrà parlare anche a tutti coloro che lavoreranno  con l’azienda/prodotto/servizio descritta dal logo: i fornitori, gli enti pubblici, i finanziatori, i lavoratori… –
– Il logo dovrà parlare a tutti questi? –
– Non è così semplice. Dovrà comunicare con tutte le persone che abbiamo elencato… per l’intera sua vita. E quindi tra cinque, dieci, quindici, cento anni –

– Si tratta comunque di parlare bene delle cose che facciamo…

– Non è così semplice… un logo non è un ragionamento! –

– E allora?
– Dovrà parlare con la suggestione. Col sogno. Con messaggi complessi capaci di sollecitare archetipi culturali profondi… –

– Allora non glielo posso chiedere a mio cugino che fa l’architetto?

Decisamente questo non è un lavoretto che può fare l’architetto o il ragazzo che sa disegnare così bene e soprattutto non possiamo farlo noi direttamente anche se abbiamo nozioni avanzate di disegno e pittura.

La creazione di un LOGO è un’attività speciale. Molto complessa e difficile, ma terribilmente importante.

Il LOGO per un’azienda o un prodotto non è come un vestito che si può dismettere dopo averlo usato due o tre volte.

Il LOGO dura una vita.

Di più.

Ha la capacità di accumulare e memorizzare la vita stessa del prodotto/servizio/azienda.

Quando vediamo un logo, automaticamente nella nostra mente vengono richiamati tutti i messaggi collegati a quel segno e quindi la storia di quel prodotto/azienda ed insieme un po’ il destino, la mission della stessa.

Ecco perché è importante… Ecco perché vale la pena spendere energia, tempo e… un po’ di soldi e non accontentarsi di uno schizzo regalato dall’amico architetto.

La creazione di un logo è un lavoro di specialisti della comunicazione e non è il lavoro del solo team grafico, ma un lavoro collettivo a cui partecipa, oltre al grafico e al copywriter, anche il marketer, il pubblicitario e, in prima persona, il titolare (del prodotto, del servizio o dell’azienda). Molte aziende coinvolgono, con meetings e riunioni, tutto il personale.

Ma quali sono gli elementi più importanti di un logo? Che cosa deve tenere in considerazione il graphic designer che si accinge a iniziare questo lavoro creativo?

Gli elementi da tenere in considerazione sono tantissimi. Non è esagerato affermare che sono addirittura innumerevoli.

Solo per farci un’idea, cerchiamo di prenderne in considerazione alcuni… gruppi.

Elementi del mercato

Abbiamo già accennato ai target group ovverossia ai clienti potenziali che formano i segmenti di mercato prescelti, destinatari principali del messaggio “logo” . Dovremmo aggiungerne diversi altri elementi. E quindi prendere in considerazione, per esempio, i gruppi coinvolti nella fase in cui opera l’azienda: produzione, distribuzione (al dettagli, all’ingrosso), manutenziione). Non dovremmo neanche dimenticare gli elementi che descrivono lo stile la qualità, la maniera d’essere del soggetto del logo: largo consumo, prodotto di lusso, prodotto esclusivo etc)

Elementi specifici della comunicazione.

Si tratta di un gruppo di elementi squisitamente tecnici inerenti all’uso del logo. Leggibilità alle piccole e grandi dimensioni, riproducibilità, forza di impatto, capacità di penetrazione nelle memoria, facilità di ricordo, esclusività ed unicità etc

Elementi emozionali e culturali

Un altro gruppo ha a che fare con le relazioni del logo con l’universo delle emozioni e con gli archetipi culturali. Accenniamo di sfuggita a studi specifici sull’uso dei colori, sulla presenza/assenza di linee curve, di spigoli e angoli, sui rimandi semantici culturali e neuro linguistici…

A tutti questi aggiungiamo, solo come accenno, altri gruppi importanti…

  • Elementi specifici della collocazione geografica passata presente e futura dell’azienda o del prodotto/servizio
  • Elementi della tradizione culturale legati alla specifica attività descritta dal logo

e soprattutto la considerazione che tutto questo deve essere racchiuso in un segno semplice. Anzi semplicissimo…

– Elementare… –

– Voi dite elementare? A me sembra complicato! Chissà se mio cugino l’architetto…